Hai mai avuto quella sensazione di trovarti davanti a qualcosa che ti spiazza completamente? A me è successo una domenica pomeriggio in chiesa. Ero lì, pronto a seguire la predicazione come sempre, quando… sorpresa! Chi si alza per predicare? Una donna. Sì, proprio una donna. Devo ammettere che ero completamente impreparato: l’idea che una donna predicasse era contro tutto ciò che avevo sempre sentito dire e letto nella Bibbia.
E lì, seduto in mezzo alla sala, ho avuto un momento di indecisione. Andarmene o Rimanere? Beh, essendo in piena vista e con gente ovunque, scappare non era un’opzione. Così, mi sono sistemato meglio sulla sedia e ho deciso di ascoltare.
Ricordo che la predicazione sembrava fatta su misura per me: ogni parola colpiva nel segno. Era bella, toccante, coinvolgente ma mentre ascoltavo, dentro di me c’era un continuo tira e molla: “È giusto che una donna predichi? È sbagliato? Ma quello che dice è così vero…”
Gesù e Paolo: due visioni diverse sulla donna?
Le leggi ebraiche, contenute nel Pentateuco, non promuovevano un atteggiamento negativo verso le donne, ma le ponevano in una posizione subordinata rispetto agli uomini in vari aspetti della vita sociale e religiosa. Tanto per darvi un idea, nel Tempio di Gerusalemme c’era uno spazio appositamente per loro, chiamato “il cortile delle donne”. Serviva come area di preghiera e di raccoglimento, ma era separato dal resto del tempio per motivi di purità rituale. Sebbene fosse un luogo di partecipazione alla vita religiosa, le donne non potevano entrare nell’area più sacra del tempio, riservata ai sacerdoti e agli uomini.
I versetti 34-35 dovrebbero essere letti tra virgolette, perché in realtà Paolo sta solo citando il pensiero dei Corinzi. Erano loro a chiedersi se le donne dovessero stare in silenzio in chiesa.
Paolo non ha deciso di sua spontanea volontà di scrivere questa lettera: ricordiamo che all’epoca scrivere una lettera non era affatto economico, e di solito bisognava avere una buona ragione per sostenere quella spesa. La sua motivazione? Aveva ricevuto una lettera da alcune persone della casa di Cloe, che gli segnalavano diversi problemi nella comunità di Corinto:
- Quanto alle cose di cui mi avete scritto (1 Czr 7:1)
- Quanto alle vergini… (1 Cor 7:25)
- Quanto alle cose sacrificate agli idoli… (1 Cor 8:1)
- Quanto ai doni spirituali… (1 Cor 12:1)
- Quanto poi alla colletta per i santi… (1 Cor 16:1)
La giovane chiesa di Corinto non aveva l’idee chiare su tante cose ed evidentemente anche sulle donne, che li aveva portati ad accettare questa regola ebraica dove le donne dovevano tacere durante le riunioni.
I Corinzi dunque chiesero a Paolo cosa pensasse di questo problema e nella sua risposta alla loro domanda, Paolo ripeté ciò che aveva sentito/letto da parte loro “…alle donne non è permesso parlare, proprio come dice la legge” prima di dargli la sua risposta:
Che cosa? La parola di Dio è proceduta da voi? Oppure è giunta soltanto a voi? (1 Corinzi 14:36 KJV)
In altre parole, “State scherzando? La parola di Dio non è esclusiva di un singolo gruppo o sesso, ma è destinata a tutti i credenti. Pensate davvero di aver sentito da Dio queste cose?”
Se qualcuno pensa di essere profeta o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo sono comandamenti del Signore. (1 Corinzi 14:37)
“Se pensi di essere così spirituale, smetti di dare ascolto alle tradizioni create dall’uomo e ascolta ciò che ho da dire sull’argomento.”
e se qualcuno lo vuole ignorare, lo ignori. (1 Corinzi 14:38)
“Se qualcuno sceglie di ignorare la verità che gli sto insegnando, non c’è molto che si possa fare.”
Pertanto, fratelli miei, desiderate il profetizzare e non impedite il parlare in altre lingue; (1 Corinzi 14:39)
“Vorrei che tutti voi, uomini e donne, parlaste in lingue, come tutti fecero nel giorno di Pentecoste. Non impeditelo! E desidero ancora di più che tutti, uomini e donne profetizzino”.
Perché non cambiare pensiero?
Leggendo tutta la lettera, non c’è da avere dubbi: ogni membro del corpo di Cristo, sia maschio che femmina, è fondamentale! E tutti, indipendentemente dal sesso, possono predicare, insegnare, parlare in lingue, profetizzare, cantare e gridare di gioia nella chiesa. Dio ha dato a ciascuno di noi doni e talenti speciali.
Quindi, la risposta alla domanda se le donne debbano tacere in chiesa è chiara: no, non devono. In quanto la Bibbia è piena di passaggi che invitano le donne a parlare in chiesa, e molti di questi sono scritti proprio da Paolo (Atti 1:14, 2:4, 17, Romani 12:6, 16:1, 3, 6, II Corinzi 5:17).
Amico, non perderti le cose buone che Dio vuole darti attraverso il gentil sesso.