Non ha mai fatto parte dei social network ma senza volerlo, è diventato un grande influencer.
Aveva dei veri seguaci, produceva grandi contenuti, di tutti i tipi, come camminare sull’acqua, trasformare l’acqua in vino, raccontare “stories” (parabole) ricche di suspense e colpi di scena. Ogni singola cosa che faceva aveva come unico scopo, quello di influenzare chi gli stava attorno. Inoltre era sponsorizzato dal più grande influencer che sia mai esisto, Dio.
D’altronde, tale padre tale figlio.
Leggendo la Bibbia non potrai fare a meno di vedere come Dio sia stato il primo influencer della storia. Ha influenzato uomini, donne, Re, popoli e nazioni senza mai obbligarli, in quanto è molto più difficile influenzare il comportamento di una persona che semplicemente controllarne ogni azione.
Ma che dire allora del Faraone d’Egitto?
Perché da quello che leggiamo nel libro dell’Esodo e nella lettera ai Romani, Dio non appare proprio “un’influenzatore” piuttosto un “regista” che sin dall’eternità decise di indurirgli il cuore al punto da togliergli la possibilità della vita eterna. Ma rileggendo questa storia non possiamo fare a meno di chiederci: “e se il faraone, mentre le acque del Mar Rosso lo stavano soffocando avesse riconosciuto Yahweh come l’unico vero Dio, non si sarebbe salvato?
Alla fine, anche il ladrone sulla croce, nei suoi ultimi istanti di vita si salvò credendo in Gesù.”
Lo so, non è corretto fare questo tipo di speculazioni ma non lo è nemmeno quando con troppa facilità presumiamo che a causa di qualche “manipolazione divina” quell’ uomo non abbia mai creduto.
Perché Dio ha indurito il cuore del Faraone?
Da secoli è aperto un dibattito su chi abbia indurito il suo cuore. Da una parte ci sono quelli che dicono che sia stato il Faraone stesso ad indurire il proprio cuore prima che Dio intervenisse (Esodo 8:15, 32; 9:34). Dall’altra invece ribattono dicendo che sebbene il testo affermi che il Faraone indurì il proprio cuore, Dio prima ancora che Mosè andasse a parlare con lui, gli disse che aveva intenzione di indurirgli il cuore (Esodo 4:21; 7:3).
Chi ha ragione?
Focalizziamo l’attenzione piuttosto su quale sia il significato del cuore indurito, dato che solitamente arriviamo alla conclusione che ciò sia legato al destino eterno del Faraone. Perché, se invece che all’ eternità, il tutto si riferisse alla fermezza nel suo cuore di trattenere gli Israeliti come suoi schiavi? Se Dio, nel Suo desiderio di farsi conoscere sia dagli Israeliti che dagli Egiziani, avesse usato l’ostinatezza del Faraone senza però intaccare in alcun modo la sua volontà di credere in Dio?
Tutte domande lecite, se consideriamo che Dio sapeva già dall’eternità che il Faraone non avrebbe mai fatto andar via gli Ebrei dall’Egitto. Infatti ancora prima di tutta la storia c’è scritto che Dio conosceva le sue scelte: “Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con l’intervento di una mano forte” (Esodo 3:19).
Questo significa che l’indurimento del cuore, sia esso operato da Dio o dal Faraone, o da entrambi, non ha niente a che vedere con il destino eterno. Anche se il racconto dell’Esodo o quello di Romani attribuisse tutta la responsabilità dell’indurimento del cuore a Dio stesso, questo non escluderebbe comunque la possibilità al Re d’Egitto di credere in Dio.
Dunque come per la vita di Esau, Dio scelse quella del Faraone per un compito.
Compito che non aveva nulla a che fare con l’essere dannato per l’eternità, ma invece aveva tutto a che fare con Dio che cercava di realizzare la Sua volontà sulla terra.
Dio non sceglie quali persone riceveranno la vita eterna e quali no. Invece sceglie quali persone avranno un ruolo preminente nell’aiutarlo a portare avanti il Suo piano in questo mondo.
Dio amava il faraone
Poiché sappiamo che Dio desidera che tutti siano salvati perché ha tanto amato il mondo, allora possiamo dire con tutta tranquillità che Dio ha amato il Faraone. Se ricordiamo un po’ la storia, Dio aveva fatto di tutto per mostrargli, il suo potere e la supremazia che aveva sugli altri dei. Ma nonostante ciò scelse comunque di non credere perché il suo cuore era indurito.
Ora, ammettendo che sia stato Dio a farlo. Dovremmo chiederci: in che modo lo indurì? Semplice dirai, attraverso la crudeltà e la malvagità di Dio, dato che oltre alle 9 piaghe gli uccise pure un figlio!!
Ma vorrei portarti a considerare che Dio gli ha sempre lasciato del tempo per riflettere e pentirsi ad ogni piaga, quando tramite Mose gli diceva: “Ecco domani tramuterò l’acqua in sangue, domani manderò la grandine, domani le rane e cosi via.”
Dunque il modo con cui Dio ha agito nei suoi confronti ed agisce in quelli di ogni persona, era e sarà sempre attraverso l’amore, il perdono, la misericordia, la pazienza, la gentilezza e la grazia. Queste sono le peculiarità del cuore di Dio e di tutto ciò che fa.
Se guardi le volte in cui la Bibbia dice che Dio indurisce il cuore di qualcuno ti renderai conto che ha sempre usato amore e compassione. Prendi ad esempio Deuteronomio 2:26-30:
26 Allora dal deserto di Chedemot mandai ambasciatori a Sicon, re di Chesbon, con parole di pace, e gli feci dire: 27 Lasciami passare per il tuo paese; io camminerò per la strada maestra, senza girare né a destra né a sinistra… 30 Ma Sicon, re di Chesbon, non volle lasciarci passare per il suo paese, perché il SIGNORE, il tuo Dio, gli aveva indurito lo spirito e reso ostinato il cuore, per metterlo nelle tue mani, come oggi puoi vedere.
È lo stesso concetto. Dio manda ambasciatori con parole di pace ma quello che raccoglie è un cuore indurito.
Oppure prendi le tante storie del Nuovo Testamento: quella in cui Gesù guarisce il paralitico infermo da 38 anni dove i farisei anziché gioire e riconoscere il Messia, induriscono il loro cuore al punto da volerlo uccidere (Giovanni 5:18); la liberazione dell’indemoniato di Gerasa dove gli abitanti nonostante il miracolo gli chiedono di andarsene (Marco 5:17); quando scaccia il demone da una serva attraverso Paolo e Sila ma anche in quella occasione la folla insorge chiedendo la loro fustigazione (Atti 16:22).
Vedi? E’ sempre l’uomo che decide di rigettare la grazia di Dio.
Lo stesso successe con gli Egiziani. Ma poiché ogni volta rifiutavano arbitrariamente la Sua benevolenza, le conseguenze peggioravano.
Dov’è oggi il Faraone? Un giorno lo sapremo ma non sarei sorpreso di scoprire quando sarò con Gesù, di vedere quell’uomo trascorrere l’eternità con tutti i redenti se alla fine dei suoi giorni decise di credere nel Dio degli Ebrei.
Dio ti ama e la croce rivela il suo amore per tutte le persone di ogni epoca, compreso il Faraone.