I tempi in cui viviamo ci mettono nella condizione di dover scegliere tra cosa è giusto e cosa è sbagliato e da cristiani che vogliono fare la volontà di Dio ci sforziamo, ovviamente, di fare la scelta giusta, osservando anche le leggi del governo in quanto crediamo che l’obbedienza stia alla base per essere dei buoni testimoni di Gesù.
Ma siamo realmente sicuri che testimonianza e obbedienza siano concetti collegati tra loro? Certo che si, potrebbe rispondere qualcuno, perché la Bibbia ci dice che se ubbidiamo alle leggi saremo una testimonianza per quelli che non credono. Dopotutto le leggi servono anche per la nostra condotta di vita.
E in circostanze normali questo è vero! I nostri governi devono servire i propositi di Dio attraverso l’attuazione di leggi e ordinanze (almeno dovrebbero) e queste leggi hanno lo scopo di ostacolare i comportamenti disordinati o punirli in modo appropriato quando vengono commessi. Ma cosa succede quando il governo emana delle leggi ingiuste? Dovremmo sempre obbedire?
Una legge che divide
I discepoli, seguendo l’istruzione di Gesù: «Insegnate loro tutto ciò che vi ho comandato» (Matteo 28:28), hanno scritto nella Bibbia, ispirati dallo Spirito Santo, quanto sia necessario per noi adorare Dio e fare altri discepoli mediante l’annuncio del vangelo, il culto, la comunione, la predicazione, le preghiere, la pratica dell’ospitalità, la celebrazione della Cena del Signore, il battesimo, etc.
Come cristiani abbiamo portato avanti queste attività fino a quando una pandemia ha indotto le chiese di tutto il mondo ad interrompere alcune o tutte queste attività per la preoccupazione di una minaccia virale. Ad ogni modo con il passare del tempo, alcune chiese hanno trovato gestibile questa situazione riprendendo a praticare quello che facevano. Altre invece hanno ripreso con più cautela.
Tutto questo ha lasciato degli strascichi nella vita delle persone, portando ad una vera e propria scissione. Infatti da un lato si trovano quelli che privilegiano la conformità alle leggi dettate dal governo e lasciano decidere quest’ultimo su alcuni andamenti della chiesa, dall’altro lato si trovano quelli che mettono in discussione alcune leggi privilegiando a priori le relazioni ed impedendo al governo di decidere per loro.
Cosa dice la Bibbia?
Quando si parla di obbedienza si prendono subito in considerazione le parole scritte da Paolo: «Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio.» (Romani 13:1) Ma in realtà Paolo (come anche Pietro) non ha scritto queste parole per schiacciare il dissenso, soffocare la protesta e scoraggiare la disobbedienza civile…
Diamo un’occhiata più da vicino a questo passaggio partendo però dal capitolo 12 in cui Paolo spiega bene il motivo per cui dobbiamo essere sottomessi alle autorità.
Dopo aver scritto una lista di cose che da cristiani dovremmo adempiere, come ad esempio: essere ferventi nello Spirito, allegri, perseverare nella preghiera ed esercitare l’ospitalità, Paolo conclude la lista con il concetto del non vendicarsi: «Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore.» (Romani 12:19-20)
L’apostolo sta dicendo che il cristiano è chiamato a stare in pace e non a ripagare male per male, ma a fare del bene a coloro che lo perseguitano e ai suoi nemici. Quindi piuttosto che vendicarci da noi stessi, dobbiamo “lasciare la vendetta a Dio“.
Giustamente qualcuno potrebbe chiedersi: Ma quando arriverà questa vendetta? Quando si riverserà l’ira di Dio su quella persona malvagia che mi ha arrecato un’ ingiustizia? Paolo per rispondere a queste domande, dice, nel capitolo 13 che Dio vendicherà i giusti attraverso il governo:
«Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all’autorità si oppone all’ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna; infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l’autorità? Fa il bene e avrai la sua approvazione, perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male…» (Romani 13:1-5)
Dobbiamo notare bene il collegamento con Romani 12. Infatti questa parte della Scrittura è li per per ricordare ad ognuno noi che nel momento in cui qualcuno subisce un’ingiustizia, Dio, attraverso i governi che Lui ha istituito, vendicherà i giusti e punirà i malvagi.
Cioè, la vendetta di Dio sarà eseguita attraverso la giustizia del governo che porta la spada per punire il malvagio. Il magistrato “ è il servo di Dio, un vendicatore che esercita l’ira di Dio sul malfattore. ” Ricordiamo infatti quante volte Paolo si è appellato alle autorità civili per avere giustizia. (Atti 22:25; Atti 24-25).
Quindi, mettendo insieme Romani 12 e 13 otteniamo un quadro più chiaro: Dio dà ai governi l’autorità di sostenere la giustizia secondo le Sue norme (cosa che purtroppo non sempre il governo fa) ma non dà al governo il potere di definire cosa è bene e cosa è male. Ad esempio, vietare il culto o altre attività della chiesa e quindi punire con la “spada” coloro che lo fanno.
Sottomissione non è sinonimo di obbedienza
Ora qualcuno potrebbe dire: “resta comunque il fatto che se il governo da’ una legge (a meno che non ci impedisca di annunciare il vangelo), come cristiani dovremmo comunque osservarla. Dopotutto anche Pietro dice di stare sottomessi: «Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano;»” (1 Pietro 2:13)
Ma per capire le parole di Pietro dobbiamo comprendere che il termine sottomissione non è sinonimo di obbedienza perché nel testo originale la parola che lo Spirito Santo ha ispirato è hupo-tasso tradotta con sottomissione, che letteralmente significa “posizionarsi al di sotto di un altro”.
E’ un termine militare, usato per definire l’ordine gerarchico. Ad esempio, un soldato è posizionato sotto il suo sergente. Un sergente è posizionato sotto altri sergenti maggiori e cosi via fino al generale, che è posizionato sotto al comandante in capo. Tutto è “ordinato”.
A volte è difficile percepire la differenza tra sottomissione e obbedienza. Ma la differenze sono molto evidenti.
Infatti Obbedire (dal greco hupo-kouo) significa “seguire un comando”; “conformarsi”; o “eseguire un ordine”.
Mentre Sottomettersi, come già detto è “porsi sotto di un altro“ non significa necessariamente obbedire a qualsiasi ordine. Infatti un soldato può disobbedire (fare ammutinamento) ad ordini ingiusti pagandone poi la conseguenza.
Nella Bibbia leggiamo molti esempi di come gli apostoli e altri seguaci di Gesù disubbidirono deliberatamente a leggi che erano in conflitto con i comandi di Dio, sottomettendosi comunque alle autorità e accettando le conseguenze legali delle loro azioni.
Come è successo al pastore James Coates della chiesa GraceLife Church che nel marzo del 2021 è rimasto in custodia cautelare per 35 giorni per aver violato all’interno della sua chiesa i limiti di accesso consentiti, il distanziamento e la mascherina, perché ha ritenuto che le restrizioni non fossero soltanto incostituzionali ma anche una violazione del diritto alla libertà di culto.
Pertanto, sottomettersi non significa sempre obbedire ! L’obbedienza può avvenire ovunque e in qualsiasi circostanza, ma nella sottomissione è implicata la volontà della persona.
E’ la Grazia ad imporci l’etica
Ci sono momenti in cui, come seguaci di Cristo, saremo chiamati ad alzarci in piedi con un santo NO! E questo non riguarderà solo i casi in cui ci verrà impedito di predicare il Vangelo ma anche quando ci troveremo di fronte al male e all’ingiustizia.
Come fecero le levatrici ebree di Esodo che si rifiutarono di eseguire l’ordine del faraone di uccidere i neonati; Ester che quando seppe del piano di Aman per uccidere gli ebrei, andò contro la legge presentandosi dal re; I tre magi che sono andati ad adorare Gesù, disobbedendo agli ordini del re Erode (il primo atto di disobbedienza civile registrato nel Nuovo Testamento); Oppure il Rev. Martin Luther King che si è opposto alle leggi razziali dell’apartheid; O ancora Corrie Ten Boom che durante la II guerra mondiale trasformò la sua casa in un rifugio per le persone che cercavano di sfuggire ai nazisti.
La legge non impone la nostra etica è la grazia di Dio a farlo! Il Signore vuole che riflettiamo sulle cose e non che obbediamo senza porci delle domande. Dobbiamo usare le nostre menti e decidere di obbedire al giusto, al buono e al vero.
Che possiamo come corpo unito di Cristo difendere la verità, amare il nostro prossimo, pregare per il governo e testimoniare la grandezza di Cristo.
Grazie ottima riflessione.
Grazie!!
Bravo Eze! Ottima riflessione! Sono contento che ti dai da fare! Sono contento di averti ritrovato!
Ciao Jonathan, bello sentirti. Ti ringrazio!!