Hai mai letto tra le righe di Paolo?
C’è chi pensa che i suoi scritti siano chiari come il sole, ma a volte, se guardiamo con un po’ di attenzione, ci accorgiamo che tra le righe c’è un messaggio che potrebbe sorprendere. Le parole di Paolo, infatti, possono nascondere sfumature che sfuggono ai più, specialmente quando si parla del ruolo delle donne nella chiesa.
Nella chiesa infatti, si trovano due visioni diametralmente opposte sul ruolo delle donne. Da una parte c’è quella tradizionale, che le immagina come moglie sottomesse al marito con ruoli che non vanno oltre l’ insegnamento della scuola domenicale. Dall’altra, c’è la visione “progressista” dove le donne possono fare tutto ciò che fanno gli uomini: predicare e ricoprire ruoli di leadership senza limiti.
Ma la vera domanda è: quale di queste visioni è biblica?
La visione tradizionale che spesso viene associata al ruolo “sottomesso” e “silenzioso” delle donne ha radici in una serie di influenze culturali che vanno oltre la Bibbia stessa, quale ad esempio quella dell’antica Grecia.
I filosofi greci come Aristotele sostenevano che le donne fossero “naturalmente” inferiori agli uomini e dovessero svolgere ruoli domestici, sottomesse all’autorità maschile. Queste idee si diffusero in tutto l’impero romano e, con il tempo, influenzarono anche la visione cristiana tradizionale su donne e famiglie. Questo processo di diffusione di idee e valori greci in altre culture, inclusa quella cristiana, è spesso chiamato “ellenizzazione”.
In effetti, potremmo dire che l’ellenizzazione è un po’ come la globalizzazione. Proprio come le idee corrono veloci grazie a internet, viaggi e media, anche a quei tempi le influenze greche si erano sparpagliate ovunque, cambiando il modo in cui si vedevano tante cose, incluso il ruolo delle donne. E così, come cristiani abbiamo assorbito un pensiero che non ha base nelle Scritture.
Allora, se il pensiero tradizionale sulle donne deriva dai Greci quello “progressista” da chi deriva? Semplice, dal nostro Padre celeste che sin da Genesi 1, creò la donna pari all’uomo.
Cosa dire quindi di 1 Timoteo 2:12?:
Non permetto alla donna di insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. (1 Tim 2:12)
Ok, prima di arrivare a conclusioni affrettate, dobbiamo fare due cose per capire meglio questo versetto. La prima è guardare il versetto precedente, l’11. La seconda è considerare bene il contesto storico.
Partiamo dal versetto 11
La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. ( 1 Timoteo 2:11)
Aspetta un attimo… Imparare? Le donne dovevano imparare? Per l’epoca, questa era una cosa pazzesca. Perché? Perché nel mondo ebraico di allora, alle donne non veniva dato accesso allo studio delle scritture sacre. C’erano rabbini, come Eliezer ben Hyrcanus, che dicevano cose del tipo:
“Le parole della legge siano bruciate piuttosto che consegnate alle donne.” (Fonte di Adam Clarke)
In pratica, il messaggio era: “Le donne non dovrebbero neppure pensare a studiare la Torah!” Eppure Paolo, in 1 Timoteo 2:11, sta dicendo il contrario! È una sorta di rivoluzione! Sta dicendo che le donne devono imparare la parola di Dio, proprio come gli uomini. Ma… in che modo? Con “sottomissione”, che non significa essere sottomesse agli uomini ma piuttosto a Dio e al Vangelo. La sottomissione che Paolo richiedeva erano le qualità che ogni studente ai piedi del Vangelo deve avere. E questo valeva anche per gli uomini, ovviamente.
Questo implica che le donne di Efeso avevano bisogno di essere istruite nella verità per poter riconoscere e smascherare le bugie che giravano.
Quali bugie c’erano in giro?
Il contesto
Paolo sta scrivendo a Timoteo, che si trova a Efeso, una città che all’epoca era praticamente la “capitale” del culto di Artemide. E chi era questa Artemide? Una dea, che aveva una vera e propria “armata” di donne al suo comando, che ricoprivano ruoli di leadership altissimi. Insomma, Efeso era un po’ la “città delle femministe radicali” (Atti 19:28). Le donne lì comandavano e avevano un sacco di potere, grazie a questa dea.
Ora, immagina il quadro: le cristiane appena entrate nella fede, che magari si sono sentite finalmente libere, avrebbero potuto pensare: “Ehi, visto che nel culto di Artemide comandavamo, ora in chiesa tocca a noi!” Ma Paolo, con la sua saggezza da apostolo, sapeva che non era il caso. Non voleva che le donne della chiesa di Efeso pensassero di diventare le nuove leader assolute, come nel culto di Artemide, dove il potere era fuori controllo.
Quindi, quando arriviamo al famigerato versetto 12, non dovremmo leggerlo in modo rigido come se fosse una regola universale. Piuttosto, dovremmo intenderlo come: “Ehi, ragazze, sì, potete insegnare, ma non è ancora il momento! In chiesa, dobbiamo avere un po’ di equilibrio e armonia.”
In altre parole, non stava dicendo che le donne non potessero insegnare o avere ruoli di leadership in assoluto, ma stava cercando di evitare che la chiesa si trasformasse in un “circo” di potere.
Ecco cosa dice il teologo NT Wright su questo:
Paolo non stava dicendo che le donne dovessero prendere il comando come nel culto di Artemide. Al contrario, il versetto 12 nega questa idea. Come Gesù in Luca 10, Paolo afferma che le donne devono avere il tempo e lo spazio per imparare, ma senza cercare di dominare. (Fonte)
Adamo, Eva e il parto
Come la mettiamo con il resto del brano?
13 Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva; 14 e Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; 15 tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia. (1 Tim 2:13-15)
Ti ricordi cosa ci disse Paolo al versetto 11? Che le donne devono avere la possibilità di imparare, non essere messe in un angolo e lasciate nell’ignoranza senza poter studiare. E la storia di Adamo ed Eva ci aiuta a capire meglio questo concetto.
Quando Eva fu ingannata, il peccato entrò nel mondo, per quale motivo? Beh, Eva era stata formata dopo Adamo (Lui fu formato per primo), era più giovane e, per dirla in parole povere, meno istruita, quindi è stata più facilmente ingannata.
Questo ci fa capire che Paolo stava usando la storia della creazione non come base per il patriarcato, ma piuttosto per correggere le false credenze che circolavano a Efeso. Questo spiegherebbe anche il riferimento alle donne “salvate attraverso il parto”, che a me ha sempre creato un po’ di confusione.
Le donne di quel tempo vivevano in una cultura che esercitava una forte pressione su di loro per evitare il matrimonio e la maternità. L’idea che queste cose le rendessero “schiave” dell’uomo era diffusa, in parte a causa dell’influenza di Artemide. In pratica, molte donne pensavano che sposarsi o diventare madri fosse come finire in una “prigione”!
Ma Paolo arriva sulla scena per smontare tutto questo. Il suo messaggio è chiaro: “Il matrimonio e la maternità non sono maledizioni! Dio ha un piano bellissimo per le donne anche in questi ruoli.” Non che il parto in sé le salvi per la vita eterna, ma le salva dalla menzogna che diventare madri o moglie significhi essere schiave. Ecco cosa voleva chiarire l’apostolo con quelle parole.
Le donne possono insegnare?
Se guardiamo meglio alle altre lettere di Paolo, noteremo che lui riconosce e apprezza il ruolo delle donne come leader in diverse chiese, come in Romani 16:1-2 e Filippesi 4:2-3. E poi, c’è un dettaglio interessante in questa lettera: Paolo stava scrivendo a Timoteo, che era stato istruito da due donne, Loide ed Eunice (2 Tim 1:5). Quindi… un po’ strano, no? Se Paolo fosse stato davvero contro l’insegnamento delle donne, direi che aveva scelto il modo peggiore per iniziare la lettera!
Allora, le donne possono insegnare? A te la risposta!
Ciao. Argomentazione molto superficiale e debole. Direi tendenziosa.
Non passerebbe a nessun esame di una scuola biblica seria.
Ciao! Grazie per il tuo commento, spesso una visione diversa dalla propria può sembrare debole e superficiale, ma non sempre significa che lo sia. Magari in una scuola biblica “seria” non passerebbe, ma in una dove si apprezza il confronto di idee, potrebbe essere considerata un buon punto di partenza per una discussione più profonda!