Chi sono i falsi insegnanti?

Smascherare eretici, lupi travestiti da pecora e falsi insegnanti é diventata oggi una cosa piuttosto comune quasi come se ci fosse una gara a chi ne scova di più. Basta fare un giro su internet per vedere quanto questa pratica stia dilagando: pastori, blogger, e scrittori che invitano a stare alla larga da determinate dottrine e presunti predicatori. Certamente la Bibbia ci avverte dei falsi insegnanti, ed è importante evitare ciò che è tossico, per il nostro cammino spirituale, ma è altrettanto fondamentale capire cosa realmente la Bibbia intenda.

Ora, con quanto se ne discute si potrebbe pensare che il tema dei “falsi insegnanti” sia un argomento centrale nelle Scritture. In realtà, potresti sorprenderti nel sapere che la Bibbia menziona i “falsi maestri” solo una volta. Sì, hai letto bene, solo una volta. Certo, il concetto di falso insegnamento e di dottrina non sana si trova anche in altre parti, ma l’etichetta dispregiativa che viene così frequentemente usata al giorno d’oggi, appare soltanto qui:

1 Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi maestri che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata. 2 Molti li seguiranno nella loro dissolutezza; e a causa loro la via della verità sarà diffamata.3 Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma la loro condanna già da tempo è all’opera e la loro rovina non si farà aspettare. (2 Pietro 2:1-3)

Proprio come c’erano falsi profeti tra i figli d’Israele, ci sono falsi insegnanti che si infiltrano nella chiesa. Come Gesù (Matteo 7:15), Paolo (2 Corinzi 11:13), Giovanni (1 Giovanni 4:1) e Giuda (Giuda 1:4), Pietro sentì un forte bisogno di mettere in guardia i credenti da queste persone pericolose e dai loro insegnamenti distruttivi.

Se hai notato, l’apostolo Pietro stabilisce almeno tre criteri prima di definire qualcuno come “falso insegnante”, e uno di questi è la fonte da cui derivano gli altri.

Primo: ALIMENTANO LA LORO AVIDITA’. Utilizzando la loro posizione di autorità e il loro carisma manipolano e sfruttano le persone, spesso promettendo benedizioni o favori in cambio di contributi finanziari. La loro principale preoccupazione è quindi il proprio guadagno, piuttosto che il benessere spirituale e morale dei loro seguaci. (2 Pietro 2:3).

Secondo: PREDICANO ERESIE FALSE. I falsi insegnanti di solito si dividono in due gruppi: quelli che predicano la legge (Galati 1:6-9, 3:10-12), e quelli che predicano la grazia come una licenza per peccare, che non sono quelli dell’iper-grazia (Giuda 1:4, Apocalisse 2:15). Questi falsi insegnanti di cui sta parlando Pietro appartenevano a quest’ultimo gruppo, sostenendo che la grazia fosse un permesso per peccare (2 Pietro 2:14).

Ma ecco il terzo punto, quello da cui scaturiscono i primi due: RINNEGANO IL SIGNORE. Questi falsi insegnanti non erano cristiani fuorviati, ma persone empie che negavano il Signore e non conoscevano lo Spirito Santo (Giuda 1:19). Come negavano il Signore? Forse non credevano che Gesù fosse pienamente uomo e pienamente Dio (1 Giovanni 4:2). Forse si chiedevano se Gesù fosse veramente il Figlio di Dio e il Salvatore (1 Giovanni 2:22). Non lo sappiamo. Ma sicuramente questi insegnanti erano molto attenti ad apparire religiosi e a rispettare i rituali, ma non conoscevano Gesù e Lui non conosceva loro (Matteo 7:23).

È chiaro dal contesto che rinnegare il Signore non significa semplicemente dichiararlo a parole, perché persino Pietro lo fece, per poi pentirsi amaramente (Luca 22:62). Un falso insegnante che rinnega il Signore lo dimostra anche con la sua vita, poiché non riesce mai a smettere di peccare, essendo il peccato una parte naturale del suo comportamento: “Hanno occhi pieni di adulterio e non possono smettere di peccare” (2 Pietro 2:14).

Quindi, senza questi criteri – in particolare l’ultimo – sarebbe meglio evitare di definire qualcuno come falso insegnante.

Credere in Gesù ma avere interpretazioni differenti

Mi capita spesso di notare che molti di quelli che vengono etichettati come “eretici” credono fermamente in Gesù, non promuovono vite immorali e mettono sempre Cristo al centro dei loro insegnamenti. Cosa mi dice questo? Che spesso tra i credenti c’è una sorta di caccia alle streghe. Invece di provare a comprendere il pensiero altrui, preferiamo dividerci su diverse interpretazioni. Ma è doveroso ricordare una cosa: NESSUN cristiano, chiesa o denominazione ha la dottrina perfetta. Solo Gesù ce l’ha! Quindi amico mio, rilassati: tutti possiamo sbagliare nella nostra interpretazione della Scrittura senza per questo negare la signoria di Gesù Cristo.

Puoi credere che la terra sia stata creata in sei giorni oppure che Dio abbia utilizzato processi naturalii tra cui il Big Bang , senza per questo rinnegare Cristo. Puoi preferire il battesimo per immersione o quello per aspersione, e comunque rimanere saldo nella fede in Cristo. Puoi pensare che le donne possano predicare e essere pastori, oppure avere opinioni diverse, senza per questo rinnegare Cristo. Puoi credere che parlare in lingue sia un dono attuale per i credenti o pensare che fosse solo per la Chiesa primitiva, senza per questo rinnegare Cristo. Allo stesso modo, puoi credere che Dio non richieda un pentimento per perdonarci ogni volta che pecchiamo, oppure pensare che sia necessario, senza per questo rinnegare Cristo.

In definitiva, possiamo avere diverse interpretazioni su vari aspetti della fede, ma ciò che conta davvero è mantenere al centro la signoria di Cristo.

Perché allora va di moda accusare qualcuno di falso insegnamento?

Perché è molto più semplice etichettare qualcuno come “eretico” o “falso insegnante” piuttosto che prendere del tempo per comprendere realmente le opinioni di chi la pensa diversamente. È molto più facile appiccicare un’etichetta piuttosto che fare lo sforzo di comprendere le opinioni altrui, esprimere con amore i propri disaccordi, o persino rivedere le proprie convinzioni alla luce di nuove prospettive bibliche.

In fondo, se ci pensi, condannare gli altri è sempre la strada più facile.

Questa è la mia opinione, e la tua? Scrivila nei commenti.

6 Commenti

  1. In sostanza questo sito è pieno stracolmo di estrapolazioni del libro eretico ”Destined to reign” del falso pastore Joseph Prince che l’autore crede presuntuosamente siano ”opinioni di cui bisogna sforzarsi di comprendere” o ”luce di nuove prospettive bibliche”.

    La Parola di Dio però dice che:

    ”Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto. Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto.”

    • Grazie per aver citato Galati 1:8-9!

      Leggendo questa lettera è evidente che un vangelo diverso da quello di Cristo, è qualsiasi messaggio che ci distrae da Gesù e dalla sua opera. Quando prestiamo attenzione a questo tipo di messaggio scadremo dalla grazia, perderemo la nostra libertà e ci allontaneremo dal Signore (Galati 5:1 , 4).

      Il succo del discorso di Paolo in questa lettera è molto chiaro: non ascoltare coloro che mescolano la grazia con la legge o tradizioni umane.

  2. Matteo 5:17-20
    Cristo e la legge antica
    (Sl 40:6-10; Ro 8:3-4) Lu 24:44

    17 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. 18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. 19 Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. 20 Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.

  3. Matteo 5:17-20
    17 Matteo 5:17-48. IDENTITÀ DEI PRINCIPI PROCLAMATI PRECEDENTEMENTE CON QUELLI DELL’ANTICA LEGGE, E LORO CONTRASTO COLLE TRADIZIONI DEGLI ANTICHI

    17. Non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge od i profeti;

    Nei versetti Matteo 5:17-20, il nostro Signore dimostra la identità dei principi che egli ha esposti, con quelli dell’antica legislazione, e la loro dissomiglianza dal tradizionale insegnamento, che era allora in voga. In questo versetto, «la legge ed i profeti» presi insieme, significano l’autorità ed i principi dell’Antico Testamento. Non importa distinguere qui la legge dai profeti, come fanno alcuni critici, né ricercare quali fossero le supposizioni degli avversari di Cristo relativamente all’intenzione che gli, attribuivano di rovesciarli.

    Il nesso che collega questo versetto coi precedenti, si trova nelle parole «buone opere», contenuto in Matteo 5:16. Questa menzione delle buone opere come mezzo necessario per glorificare Iddio, tanto sotto la nuova come sotto l’antica economia, solleverebbe naturalmente una questione circa alla loro mutua relazione, e particolarmente circa alla autorità della legge Mosaica sotto il regno del Messia. Le parole contenute in questo versetto sono indirizzate a due classi di individui i quali, da due diversi punti di vista, consideravano Gesù come un sovvertitore della legge e dei profeti. Alcuni rispettavano la legge, non soltanto nel suo senso letterale, ma ancora nel senso spirituale; e temevano che Gesù avesse l’intenzione di rovesciare tutte le istituzioni stabilite da Dio fra loro. Per costoro, le parole di Gesù suonavano come s’egli avesse detto: Non temete che io venga ad abbattere la legge ed i profeti; anzi io vengo per compiere le cose ch’essi hanno dette. Altri acclamavano Gesù Cristo, sperando ch’egli abbatterebbe così la legge morale, come la cerimoniale. e concederebbe loro il permesso di vivere liberamente nel peccato. Per questi le parole di Gesù significavano: Non sperate che io sia venuto per mettermi alla testa di un movimento rivoluzionario, o per diminuire la santa autorità della legge di Dio.

    «Non pensate». Questa proibizione indica che purtroppo alcuni fra i suoi uditori nutrivano simili errori. Siffatto spirito di libertinaggio che si manifestò nel secolo 16. fra gli anabattisti, e nel 18. nella rivoluzione francese, era il prodotto naturale dell’avversione che prova ogni uomo per qualsiasi freno; e derivava dalla confusione fra le leggi imposte dalla tirannia umana, e quelle emanate dall’autorità divina. Il medesimo spirito si manifesta eziandio sotto forma di antinomianismo fra alcuni sedicenti Cristiani, i quali credono che la legge morale non sia obbligatoria per i redenti, poiché Cristo ha soddisfatto alla legge per loro; e mentre essi menano rumore della loro fede in Cristo, non si fanno scrupolo di condurre una vita peccaminosa. Contro simili perniciose dottrine. Il Signore ci ammonisce con queste parole. La legge non è per i credenti, come per Adamo e i suoi discendenti non convertiti, un patto di vita o di morte, ma è semplicemente una regola di vita alla quale essi devono conformarsi sino alla fine della loro carriera.

    io non sono venuto per abolire;

    Gesù venne per glorificare la legge morale, che è la manifestazione degli attributi di Dio, e per compiere la sua volontà rivelata negli scritti dei profeti. Egli adunque, essendo l’avveramento delle figure tipiche contenute nella legge, e sottomettendosi alle sue esigenze, non l’annullò, anzi l’adempì.

    anzi per compire.

    significa riempire strabbocchevolmente, e indica qui il senso profondo e spirituale che Gesù Cristo diede alla legge ed ai profeti. Egli ne fu l’avveramento vivente, e li scolpì nelle coscienze e nei cuori degli uomini.

    PASSI PARALLELI

    Luca 16:17; Giovanni 8:5; Atti 6:13; 18:13; 21:28; Romani 3:31; 10:4; Galati 3:17-24

    Matteo 3:15; Salmo 40:6-8; Isaia 42:21; Romani 8:4; Galati 4:4-5; Colossesi 2:16-17

    Ebrei 10:3-12

  4. 18 18. Poiché io vi dico in verità

    Qui per la prima volta troviamo nello insegnamento del nostro Signore questa formula colla quale siamo divenuti tanto famigliari, che purtroppo spesso la pronunziamo senza pensare al significato di essa. Questa frase manifesta chiaramente la suprema autorità legislativa di Gesù Cristo, ed è nel medesimo tempo una prova della divina autorità della legge. Ogni qual volta Gesù la pronunzia, egli ha per scopo di rammentare ai suoi uditori la loro posizione davanti a lui, come se egli dicesse: Io, Figlio di Dio, indirizzo la parola a voi mie creature,

    che, finché non siano passati il cielo e la terra,

    La immutabilità della legge di Dio è contrapposta alla caducità delle cose più stabili del mondo. Benché l’Antico Testamento annunzi la distruzione dei cieli e della terra per far meglio comprendere l’immutabilità di Jehova Salmo 102:25,27, ciò nonostante le Scritture Parlano ordinariamente del cielo e della terra come delle cose più stabili dell’universo. il Signore esprime così la stabilità delle grandi verità contenute nel Testamento Antico «Il minimo elemento di santità contenuto nella legge ha maggior realtà e durevolezza dell’intero universo visibile» Godet.

    neppure un iota, o un’apice della legge passerà,

    L’iota corrisponde allo iod, la più piccola lettera dell’alfabeto ebraico; apice o punta indica le piccole differenze che distinguono le une dalle altre le lettere ebraiche che più si rassomigliano fra loro, come per esempio il daleth, il resh, il beth, il kaff,

    che tutto non sia adempiuto.

    Queste parole non sono in contraddizione coll’abolizione della legge cerimoniale, che cessò precisamente perché Colui che era rappresentato dai tipi di essa, avverandoli, veniva necessariamente ad abolirli. Le ultime parole di questo versetto sono relative all’Antico Testamento tutto intiero, ed a tutti gli insegnamenti in esso contenuti riguardo alla divina missione di Gesù Cristo. Quest’osservazione è della massima importanza, perché il razionalismo, che travaglia la Chiesa, comincia col disprezzare l’Antico Testamento, negandone la verità storica, la teocrazia che egli ci rivela, le profezie ed i tipi che si riferiscono al Messia; cosicché, secondo quello, Gesù Cristo non aveva nulla da compiere, ma fu semplicemente un maestro popolare ed un martire; ed in tal modo la via è preparata per rigettare egualmente il Nuovo Testamento.

    PASSI PARALLELI

    Matteo 26; 6:2,16; 8:10; 10:15,23,42; 11:11; 13:17; 16:28; 17:20; 18:3,18

    Matteo 19:23,28; 21:21,31; 23:36; 24:2,34,47; 25:12,40,45; 26:13-14

    Marco 3:28; 6:11; 8:12; 9:1,41; 10:15,29; 11:23; 12:43; 13:30; 14:9

    Marco 14:18,25,30; Luca 4:24; 11:51; 12:37; 13:35; 18:17,29; 21:32; 23:43

    Giovanni 1:51; 3:3,5,11; 5:19,24-25; 6:26,32,47,53; 8:34,51,58; 10:1,7

    Giovanni 12:24; 13:16,20-21,38; 14:12; 16:20,23; 21:18

    Matteo 24:35; Salmo 102:26; Isaia 51:6; Luca 16:17; 21:33; Ebrei 1:11-12

    2Pietro 3:10-13; Apocalisse 20:11

    Salmo 119:89-90,152; Isaia 40:8; 1Pietro 1:25

    19 19. Chi adunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti,

    Questi minimi comandamenti sono ai più importanti, come un iota od una punta della legge ad una pagina qualunque delle Sacre Scritture. Se Gesù Cristo non ne avesse fatto l’applicazione ai suoi uditori, i principi ora esposti avrebbero potuto essere considerati come meramente speculativi e senza influenza sul carattere e sulla vita degli individui. «Avrà rotto», è il medesimo verbo che si trova due volte nel vers. 17, ma senza la preposizione cosicché mentre là vale «abbattere», «annullare» ed «abrogare» l’intero sistema, qui ha il significato di indebolire, di violare, poiché si riferisce ad un solo comandamento e non a tutta la legge.

    e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli;

    Queste parole possono riferirsi ai libertini sopraccennati, che cercavano di far credere agli uomini che certi precetti potevano essere violati impunemente, come quelli che non erano più obbligatori sotto il regno del Messia; ma il versetto seguente chiaramente dimostra che il nostro Signore aveva eziandio in vista i Farisei, i quali dividevano arbitrariamente i comandamenti in grandi e piccoli, e annullavano la legge di Dio colle loro tradizioni. Queste parole si riferiscono inoltre a chiunque propaga simili principi nella Chiesa cristiana. Più che di atti in contraddizione colla legge si tratta qui di spiegazioni erronee che l’affievoliscono; perciò la punizione minacciata da Cristo non consiste nell’esclusione dal cielo, ma nella posizione inferiore assegnata a quei traviati maestri nella vera Chiesa di Dio,

    ma chi li avrà messi in pratica, ed insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli.

    L’antitesi che esiste fra questa clausola e quella che precede, rende più chiara e più solenne la dichiarazione di Cristo. Il Signore insegna in questo versetto, che sotto l’economia evangelica, colui che disprezza la legge sarà esso pure disprezzato, mentre colui che l’osserva sarà onorato da Dio.

    PASSI PARALLELI

    Deuteronomio 27:26; Salmo 119:6,128; Galati 3:10-13; Giacomo 2:10-11

    Matteo 23:23; Deuteronomio 12:32; Luca 11:42

    Matteo 15:3-6; 23:16-22; Malachia 2:8-9; Romani 3:8; 6:1,15; 1Timoteo 6:3-4

    Apocalisse 2:14-15,20

    Matteo 11:11; 1Samuele 2:30

    Matteo 28:20; Atti 1:1; Romani 13:8-10; Galati 5:14-24; Filippesi 3:17-18; 4:8-9

    1Tessalonicesi 2:10-12; 4:1-7; 1Timoteo 4:11-12; 6:11; Tito 2:8-10; 3:8

    Matteo 19:28; 20:26; Daniele 12:3; Luca 1:15; 9:48; 22:24-26; 1Pietro 5:4

    20 20. Perché io vi dico che, se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei Farisei,

    Questo versetto contiene un corollario dedotto dai tre precedenti. Gli Scribi ed i Farisei non osservavano la legge, poiché essi l’annullavano colle loro tradizioni, e la mettevano in pratica soltanto esternamente. Perciò essi pretendevano invano di essere giusti; e Gesù Cristo dichiara che coloro i quali desiderano entrare nel regno dei cieli devono essere più santi di loro. Il nostro Signore diede così ai suoi uditori, che avevano fino a quel momento, creduto che gli Scribi ed i Farisei avessero «le chiavi della scienza» e fossero i più giusti degli uomini, una idea molto più elevata della santità della legge. La «giustizia» di cui si tratta qui, non è quella che ci è imputata per la fede, ma bensì una vita giusta e santa che è la conseguenza della prima. Perciò se vogliamo che la nostra giustizia superi quella degli Scribi e dei Farisei, conviene che essa abbia la sua sede nei nostri cuori, e si manifesti nella, nostra vita.

  5. voi non entrerete punto nel regno dei cieli.

    Gesù Cristo insegna in queste parole che senza una giustizia superiore a quella dei Farisei, noi non possiamo far parte della sua Chiesa, né in questo mondo, né nel mondo avvenire.

    PASSI PARALLELI

    Matteo 23:2-5,23-28; Luca 11:39-40,44; 12:1; 16:14-15; 18:10-14; 20:46-47

    Romani 9:30-32; 10:2-3; 2Corinzi 5:17; Filippesi 3:9

    Matteo 3:10; 7:21; 18:5; Marco 10:15,25; Luca 18:17,24-25; Giovanni 3:3-5; Ebrei 12:14

    Apocalisse 21:27

    RIFLESSIONI

    1. Guai a chi disprezza la legge contenuta nel Decalogo! Essa è l’eterna misura del bene e del male. Per essa lo Spirito convince l’uomo di peccato, e gli fa sentire il bisogno di un Salvatore. Essa non può salvare nessuno: ma Gesù Cristo, confermandone l’autorità la presenta ai suoi seguaci, come la regola secondo la quale essi devono vivere. Nel posto che le viene assegnato essa è importante quanto l’Evangelo. «Or noi sappiamo,», dice S. Paolo, «che la legge è buona, se alcuno l’usa legittimamente» 1Timoteo 1:8.

    2. Quando la legge è disprezzata è segno che la religione si trova in decadenza, ed i suoi detrattori sono sempre le vittime dell’ignoranza o dell’orgoglio spirituale. Il vero Cristiano «si diletta nella legge di Dio» Romani 7:22. Lungi da noi la supposizione che l’Evangelo abbia abbassato il livello della legge, e che il cristiano non abbia l’obbligo di vivere santamente guanto l’israelita. Anzi più egli è illuminato, più il suo amore per Dio deve essere grande; e più il sentimento del perdono è profondo nel suo cuore, più egli si dedicherà con zelo al servizio divino. Dal versetto 21 sino alla fine del capitolo, il nostro Signore, con parecchi esempi, dimostra il contrasto che esisteva fra le tradizioni degli Scribi e dei Farisei ed il suo insegnamento intorno alla legge. Egli espone in primo luogo l’interpretazione tradizionale di un comandamento; quindi stabilisce definitivamente la propria.

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