Quando eravamo ragazzi, dopo una partita a carte o qualsiasi altro gioco, chi perdeva poteva sottostare a delle penitenze divertenti, come cantare una canzone ad una ragazza, fare una smorfia buffa o eseguire un’imitazione. A volte questo gioco però poteva oltrepassare il confine del divertimento portando il malcapitato a diventare oggetto di risate e giudizi da parte degli altri.
Se hai mai provato questa esperienza, non ti sarà difficile capire quello che ci aspetterà un domani nel tribunale di Cristo, dove i libri saranno aperti e ogni nostro peccato, errore e fallimento saranno esposti alla luce, visibili a tutti. E credimi, se non sarai stato una persona estremamente perfetta, quello sarà un giorno MOLTO imbarazzante.
“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.” (2 Corinzi 5:10)
Alcune persone credono che in questo tribunale ci aspetterà una “proiezione” infinita di tutto ciò che di brutto abbiamo detto, fatto o pensato. Gesù ci chiamerà uno per uno davanti al Suo trono e riproporrà la nostra vita, sottolineando in straziante dettaglio tutte le cose buone e cattive che abbiamo fatto. Dai peccati sessuali a tutte le violenze, gli omicidi, la rabbia, le calunnie, i pettegolezzi, l’avidità, l’odio, la gelosia, etc. E poiché anche tutti gli altri saranno lì, beh, ascolteranno ciò che ci dirà Gesù e potranno guardare il “film” della nostra vita insieme a noi.
Che dire, un bel modo per iniziare l’eternità…
Per fortuna, non penso che questo sia il modo migliore per comprendere questo tipo di testi e, soprattutto, non penso che questo tipo di spiegazione si adatti bene al Dio rivelato in Gesù Cristo o a tutto ciò che sappiamo sull’amore paterno di Dio.
Ora, qualcuno potrebbe dire che anche questo è amore!
Ma riflettiamo un attimo: se hai degli amici a casa tua per cena, mostrerai loro qualche video di famiglia sui tuoi figli in cui si sono comportati male, hanno avuto attacchi d’ira, distrutto l’auto, litigato, sono stati bocciati a scuola, sono tornati a casa ubriachi e hanno fatto ogni altra cosa brutta durante la loro crescita?
Penso di no! Questo non è ciò che fanno i bravi genitori.
I buoni genitori, quelli orgogliosi dei propri figli, piuttosto mostreranno i momenti salienti della vita dei loro figli. Come il saggio di ballo, la recita scolastica, la medaglia vinta ad un torneo, i sorrisi, la gioia, la bellezza, la gentilezza, i bei ricordi, i viaggi di vacanza. I genitori orgogliosi si vantano dei propri figli.
Così è anche Dio. Dio è amore e desidera la nostra redenzione, non la nostra condanna. Quindi, non penso che un’immagine di Dio che espone i nostri peccati in modo umiliante sia coerente con il messaggio di amore e redenzione che ci è stato rivelato.
Allora cosa significa un versetto come 2 Corinzi 5:10?
Sarà un tribunale o una tribuna?
A volte è davvero utile andare al testo originale per vedere la parola esatta di un versetto biblico, soprattutto quando ciò che leggiamo non ci porta pace ed è in netto contrasto con altri testi biblici. Ad esempio, in Romani 4:7-8 è detto che possiamo essere felici perché il Signore non ci addebita più i peccati, e in Ebrei 10:17 che Dio non si ricorda più dei nostri peccati ma nel versetto di 2 Corinzi 5:10 pare che se li ricorderà tutti quanti.
Andare nei testi originali quindi può fornirci una comprensione più profonda e accurata del significato, poiché le traduzioni non sempre catturano tutte le sfumature dell’originale.
Infatti la parola che è stata tradotta con tribunale, in greco sarebbe Bema che può essere tradotta anche con “tribuna”, “gradino” o “luogo rialzato”.
Rileggiamo il versetto ponendo uno di questi altri significati:
“Perché bisogna che tutti noi compariamo davanti alla tribuna, al luogo rialzato, al gradino (Bema) di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte mentre era nel corpo, secondo quello che ha fatto, o bene o male”
Come noterai, il senso del versetto cambia notevolmente. Perché la parola “tribunale” rimanda a un giudizio severo e formale, mentre “tribuna ” evoca l’immagine di uno stadio o di un luogo di premiazione. Il Bema, infatti, era un luogo, un sedile rialzato su cui sedeva il giudice della gara dove assegnava i premi ai vincitori. Al termine delle gare, i concorrenti vincitori si riunivano davanti al bema per ricevere le loro ricompense o corone.
Quindi il bema non era un luogo di giudizio e condanna era un posto di premio. Allo stesso modo, il tribunale di Cristo non sarà un luogo di giudizio ma un luogo dove li giudice divino Gesù, dopo che la corsa di ogni cristiano sarà finita li riunirà tutti e a ciascuno darà la giusta ricompensa per quello che ha fatto quando era in vita.
Questo cambia radicalmente la nostra comprensione del versetto. Invece di immaginare un Dio che espone i nostri peccati per umiliarci e punirci, possiamo vedere un Dio che ci valuta per assegnarci ricompense. Questo è più in linea con l’immagine di un Dio amorevole e giusto, che riconosce i nostri sforzi e premia le nostre buone azioni (Allora esistono opere e sforzi? Vedi il prossimo post).
Non ascoltare la religione
Spero che ora tu possa capire che la caricatura religiosa del tribunale di Cristo– in cui Dio somma le tue azioni buone e quelle cattive o riproduce una videocassetta che mostra tutti i tuoi peccati segreti – non ha alcun fondamento nelle Scritture. Proprio nessuno.
Quindi abbandona la paura del giudizio come un evento punitivo ma inizia ad abbracciare la visione di un Dio che ci sostiene, ci guida e ci premia. Questo ci libererà dalla paura paralizzante e ci darà la forza di vivere una vita piena di significato, fiducia e gioia, sicuri del fatto che il nostro Padre celeste ci guarda con occhi di amore e misericordia.