«Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano» (Matteo 7:13-14)
Sin da bambini, abbiamo imparato a conoscere le strade larghe e strette. Capendo che c’era un’autostrada per l’inferno che quasi tutti imboccano ed una via stretta, un passaggio segreto che solo pochi avrebbero trovato per avere la vita. Ma Gesù disse che la porta stretta non è solo difficile da trovare, è anche difficile potervi entrare:
«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno» (Luca 13:24)
Quando si leggono questi passi, pensiamo subito che per trovare la porta, bisogna compiere una vita di sforzi. Come ad esempio: comportarsi bene, rinunciare al peccato, non fare quello che fa il mondo, consacrarsi, avere una vita di preghiera etc. Tutte cose buone e onorevoli. Ma siamo sicuri che Gesù intendesse questo, quando parlò della porta?
Perché la porta è stretta?
Qualche tempo fa ho visto un interessante serie televisiva su Netflix chiamata Shitsel, che racconta la storia di una famiglia Ebrea ultraortodossa di Gerusalemme. Sono racconti di vita quotidiana fatta di precetti, regole da rispettare, osservanza e studio della Torah. Perché credono che alla fine saranno quelle le cose che gli permetteranno di entrare nel regno di Dio.
Ma un girono Gesù disse che la porta non è qualcosa che dobbiamo fare piuttosto è qualcosa in cui dobbiamo credere: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo.» (Giovanni 10:9).
Non esiste una porta aldilà di Lui.
L’unico modo che l’uomo ha per essere salvato è quello di credere in colui che Dio ha mandato. Forse per me e te questa è una cosa scontata ma per quelli che vivevano al tempo di Gesù, non lo era affatto. Il sistema religioso di allora credeva che era per mezzo dell’obbedienza o dell’appartenenza al popolo eletto per cui si era salvati. Non certamente il credere ad uno sconosciuto come Gesù.
Infatti il contesto dove sono registrare le parole del Signore è quello del sermone sul monte, dove le persone vivevano sotto la legge e non riconoscevano affatto Gesù come la porta.
Quello che Gesù voleva dire in Matteo e poi in Luca era che la porta non è stretta perché bisogna fare qualcosa come spesso crediamo. Ma è stretta perché gli ebrei erano convinti di poter essere salvati per via delle loro tradizioni, credevano che il loro sistema di credenze religiose gli avrebbe dato ampio accesso alla salvezza (ecco la via larga che porta alla perdizione).
Quindi questi versetti non hanno nulla a che fare con il nostro comportamento ma unicamente con la nostra fede. Come allora, anche oggi la porta è stretta per coloro che fanno affidamento nella religione e non in Gesù. Potremmo pensare che la religione possa permettere all’uomo di entrare nel regno ma è un inganno, la religione è solo un impedimento.
La porta stretta non è difficile da trovare perché Dio ha standard elevati. È difficile da trovare perché le persone sono lente a credere alla buona notizia che Gesù ha compiuto ogni cosa ma pronte a credere alle bugie della religione che invita a lavorare per Dio.
Invece di entrare nella Casa della Grazia molti sono bloccati fuori dalla porta perché cercano di auto-pulirsi. Invece di vedere l’Agnello, stanno guardando se stessi. Invece di concentrarsi su Cristo, sono distratti da se stessi e dalle loro imperfezioni.
La porta oggi è larga
Appurato che Gesù non stava parlando a noi ma ad ebrei che rendevano a motivo del loro orgoglio quella porta stretta. Pietro dirà più avanti che quella porta invece è ampia : «…vi sarà ampiamente concesso l’ingresso nel regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo.» (2 Pietro 1:11)
Infatti tornando alla parabola di Luca, la storia termina dicendo che molte persone entreranno per quella porta, «...verranno da oriente e occidente e siederanno alla mensa» (Luca 13:29). Gesù stesso sfata l’idea della porta stretta come porta per pochi e solo per i più bravi.
Per l’uomo oggi la porta è larga. Tutti coloro che credono e accettano Gesù Cristo come personale salvatore hanno ampio accesso al regno. Quindi sforzati di entrare per quella porta.
«Sforzatevi di entrare per la porta stretta…» (Luca 13:24)
Potresti pensare di dover lavorare per la salvezza, la santificazione o la ricompensa, ma se stai lavorando invece di fidarti , sarai ansioso e stanco. Ti chiederai sempre, ho fatto abbastanza per Dio?
Infatti anche qui Gesù, non sta dicendo che devi sforzarti attraverso le tue opere. Piuttosto devi sforzarti di camminare per fede, perché è nella natura dell’uomo prendere il controllo e sistemare le cose che non vanno. Ma devi resistere consapevolmente alla carne e permettere al tuo cuore di credere al lavoro finito di Cristo.
Il lavoro da cui ci riposiamo sono le opere che cercano di guadagnare il favore di Dio. Se non credi che Dio ti voglia benedire, anzi, che già ti ha benedetto con ogni benedizione in Cristo Gesù, allora lavorerai e non riposerai mai. Ti esaurirai cercando di ottenere ciò che già ti ha dato.
Quindi ricevi la sua grazia e credi nella verità che Gesù ha già compiuto ogni cosa, ed otterrai la vita.
Ci sono due porte e due voci. Una dice bugie e l’altra dice la verità. Una sussurra: “Devi fare qualcosa per entrare.” ma l’altra grida: “Venite a me voi tutti e io vi darò riposo.”