Una delle convinzioni che ha segnato parte della mia vita è stata quella che Dio fosse l’artefice dei miei dolori. A volte pensavo che stesse “mettendo alla prova la mia fede”, altre volte interpretavo ogni evento doloroso come un segno di disapprovazione da parte sua per quello che stavo facendo di sbagliato.
Quando parliamo di castigo, la maggior parte delle persone avrà questa idea: “durante la vita è possibile che Dio ci punisca perché siamo suoi figli” e la punizione potrebbe essere un problema fisico, un lutto o qualche altro tipo di sofferenza che spesso viene definita come castigo.
In quale patto ti trovi?
Prima di entrare nell’argomento, dobbiamo capire il perché pensiamo di dover essere puniti. Se crediamo di meritare una punizione è perché sappiamo di aver fatto qualcosa di sbagliato o di aver commesso errori nella vita, tali da autorizzare Dio a mandarci un castigo.
Ma questo atteggiamo che attribuiamo a Dio (di punire i nostri peccati) rientrava nel vecchio patto, dove la legge delle benedizioni e delle maledizioni era dettato dal comportamento. Dio era obbligato a punire Israele per la sua ribellione e per i suoi peccati, semplicemente perché quello, era l’Antico patto che avevano accettato. Oggi invece, siamo sotto un Nuovo patto, dove dobbiamo capire che il modo in cui Dio ci tratta, non è più per via del nostro comportamento ma per via della nostra nuova posizione che abbiamo ottenuto per mezzo di Gesù, nel momento in cui gli abbiamo creduto. La quale ci ha reso figli di Dio, che hanno il Suo stesso spirito e sono seduti con Lui nei luoghi celesti (Efesini 2:6). Per via di questa nuova posizione, tutti i nostri peccati sono già stati puniti e perdonati una volta per SEMPRE sulla croce.
Fino a quando non capiremo il potere del perdono e cosa ha fatto il perdono per noi (ci ha giustificati) continueremo a pensare di meritare una punizione, al punto che, la nostra mente carnale andrà alla ricerca di quei versetti che dicono che meritiamo delle punizioni. Ed una di quelle scritture che spesso usiamo è Ebrei 12:5-11.
Cosa significa essere disciplinati? (Ebrei 12:5)
5«Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore, e non ti perdere d’animo quando sei da lui ripreso; 6perché il Signore corregge quelli che egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come figli». (Altre versioni della Bibbia riportano, al posto di “disciplina” la parola “castigare” e al posto di “punisce” il termine “flagellare”) 7“Sopportate queste cose per la vostra correzione. Dio vi tratta come figli; infatti, qual è il figlio che il padre non corregga? 8 Ma se siete esclusi da quella correzione di cui tutti hanno avuto la loro parte, allora siete bastardi e non figli… 11 È vero che qualunque correzione sul momento non sembra recare gioia, ma tristezza; in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono stati addestrati per mezzo di essa.” (Eb 12:5-11)
E’ proprio su questi versetti, che costruiamo l’idea, che Dio ci porta malattie o cose negative ogni volta che commettiamo degli errori, ma questo non è quello che sta dicendo l’autore.
Non ho problemi nel dire che Dio ci castiga ma ho problemi con la definizione che diamo alla parola castigo.
Cercando il significato di alcune parole che leggiamo nella Bibbia potremmo evitare di arrivare ad affrettate conclusioni. Perché il termine “disciplina o castigo” che abbiamo letto al v.5, in greco è paideia che letteralmente significa: “allevare un bambino, addestramento” ed è usata per indicare: “disciplina; formazione ed educazione dei bambini”.
Già dal significato, possiamo comprendere che la disciplina, dunque, riguardi un’istruzione che si sviluppa nell’ educazione, dove veniamo addestrati sia nella mente che nella morale.
Per avere un ulteriore conferma di questo significato è importante vedere come la stessa parola venga usata in altre parti della Bibbia, perché non possiamo fare affidamento solo alla definizione del greco ma pure in che modo lo Spirito Santo abbia illuminato gli scrittori nell’usare la stessa parola in altre parti della Bibbia.
Ad esempio: “E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’istruzione del Signore.” (Efesini 6:4)
Probabilmente penserai che qui l’Apostolo Paolo faccia riferimento ad altro, ma non è cosi, la stessa parola – paideia – qui tradotta con disciplina si trova nel brano che abbiamo appena letto. E’ sempre la stessa parola di Ebrei 12:5.
Questo versetto, ci da un’immagine che non ha nulla a che fare con la punizione corporale o malattie, ma che i genitori devono educare i propri figli nelle vie del Signore. Quindi, se Ebrei 12 dice “di non disprezzare la disciplina del Signore” non dovremmo avere problemi nel capire che il modo che Dio usa per disciplinare, non ha nulla a che fare con prove dolorose ma che Lui usa la PAROLA, come un padre che vuole istruire i suoi figli nel Signore.
Prendiamo un altro versetto: “Mosè fu istruito in tutta la sapienza degli Egiziani e divenne potente in parole e opere.” (Atti 7:22). Anche qui, troviamo la stessa parola (ἐπαιδεύθη – epaideuthē che deriva da paideia) tradotta qui con “istruito” che ci aiuta a comprendere, che Mosè, non fu picchiato o torturato ma istruito affinché diventasse potente in parole e opere.
Ancora uno, il noto versetto di 2 Timoteo 3:16: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia”, anche in questa lista di parole troviamo ancora una volta lo stesso termine “paideia” che qui è stato tradotto con “educare“. Paolo sta dicendo a Timoteo che la scrittura è utile per insegnare, per riprendere, per correggere, educare o disciplinare. Vedi? La parola è sempre il mezzo migliore per fare tutto questo!!
Come disciplinava Gesù, cosi ci disciplina Dio
Guarda come Gesù si relazionò con i discepoli e scoprirai che era in linea con tutto quello che abbiamo appena detto. Non troverai mai Gesù che dice: “Pietro, sei un idiota. Ora ti meriti una malattia.” E nemmeno sentirai uscire dalla bocca di Gesù verso Giuda: “siccome sei traditore ti ucciderò “. Anzi, dopo il tradimento lo ha chiamato amico (Matteo 26:50).
Ora che abbiamo una contesto più ampio per la parola “disciplina” non dovremmo più pensare che Ebrei 12 parli di castigo in senso corporale, ma bensì di nutrimento di Dio, istruzioni da parte di Dio, che vengono impartite con la parola attraverso il suo Spirito ad ogni suo figlio.
E con il termine “punizione o flagellare” di Ebrei 12:6 come la mettiamo? Leggi qui.